Uova … buona Pasqua!

Parliamo di uova per augurare buona Pasqua a tutti!

L’idria campana a figure rosse del Pittore di C.A (Cumae A) del IV sec. a.C. fu acquistata dal Museo di Archeologia dell’Università di Pavia nel 1940 per iniziativa del prof. Carlo Albizzati sul mercato antiquario romano. L’idria, destinata probabilmente a far parte di un corredo funerario, deve essersi  conservata perfettamente  proprio perché è rimasta per secoli in una tomba. Purtroppo non conosciamo il luogo del ritrovamento. Il vaso, nell’uso comune destinato a contenere acqua o olio, è decorato con una grande stele funeraria al centro che esibisce le offerte di 2 uova e di due melegrane, intorno sono raffigurate 4 donne distribuite una coppia per parte su due registri, quelle in alto sedute e quelle in basso in piedi. Le donne portano tutte offerte sulla tomba: una cesta piena di fronde, ghirlande, altri contenitori,  tra cui un vassoio pieno di uova. Gli antichi pensavano che i defunti avessero necessità di cibo per il banchetto ultraterreno e come ancora noi offriamo fiori, oltre ai fiori potavano cibo sulle tombe, dove spesso si soffermavano a mangiare, perpetuando il ricordo della persona cara defunta. Una consuetudine che sopravvive ancora oggi ad esempio in Calabria e in Messico.

Aggiungiamo una curiosità: nelle antiche tombe etrusche sono state trovate delle uova di struzzo decorate, dipinte o lavorate con appositi acidi per creare un traforo o un bassorilievo: oggetti di lusso d’importazione dall’Africa, belli da godere, ma anche con un profondo significato simbolico.

Le uova infatti anche nell’antichità hanno da sempre rappresentato la fertilità e quindi la ricchezza, nonché la vita e la rinascita dopo la morte.

Le nostre uova di cioccolato hanno dunque radici molto antiche…

Nelle foto l’idria del Museo di Archeologia dell’Università di Pavia, un uovo di struzzo etrusco dipinto del Museo archeologico nazionale di Tarquinia e un uovo di struzzo contemporaneo decorato con piccoli fori e stelline, proveniente dal Sudafrica, dove perdura la tradizione.