Restauro di 93 albumine di soggetto archeologico

Resilienza, questa la parola magica che ci spinge ad andare avanti nel lavoro presso il Museo di Archeologia dell’Università degli Studi di Pavia, dietro le quinte, a porte chiuse.
La restauratrice Chiara Argentino ci ha riportato le 93 albumine su cui ha eseguito un intervento di restauro.
Si tratta di fotografie di grande formato della seconda metà dell’Ottocento, scatti di siti archeologici realizzati per il turismo d’élite dell’epoca in Egitto, Grecia, Turchia, Libano, Italia, Israele. Si usava l’albume d’uovo per la stampa fotografica, da qui il nome “albumine”. Speriamo di poterle mettere presto a disposizione del pubblico, stiamo pensando a una mostra.
Il restauro ha previsto questi passaggi:
  • Per le tipologie di danno riscontrate sulle albumine è stato previsto un intervento di messa in sicurezza e di restauro delle lacune sia della fotografia, sia del supporto in cartone;
  • Documentazione fotografica del prima, durante e dopo intervento;
  • Pulitura a secco del supporto in cartone tramite depolveratura manuale con pennellessa a setole morbide; passaggio per tamponamento della gomma smoke-off sponge sulle superfici interessate; passaggio per lo sporco più persistente della gomma stadler;
  • Pulitura a secco della pellicola fotografica con pennello kabuki elettrostatizzato e dove si è ritenuto opportuno si è utilizzata una spugna morbida in silicone
  • Test di igroscopicità delle carte: negativo;
  • Test del pH: da 3.2-5.9
  • Pretrattamento delle carte da deacidificare e spianare con microparticelle nebulizzate di soluzione idroalcolica (10-90%);
  • Deacidificazione mediante nebulizzazione di microparticelle di propionato di calcio al 10% in soluzione idroalcolica (10-90 %);
  • Test di verifica del pH: 4-6.2
  • Spianamento graduale del supporto in cartoncino con microparticelle nebulizzate di soluzione idroalcolica (30-70%), con successiva messa sotto peso della parte interessata costituendo un sandwich ad hoc composto da Remay, carta assorbente e cartone idonei alla conservazione;
  • Consolidamento dove previsto della struttura portante in cartoncino con carta giapponese Shibori 632281, 29 g/m2 ed amido Cerestar C* Film 05702;
  • Adeguamento cromatico degli interventi con acquerelli Winsor & Newton® dove si è ritenuto necessario;
  • Realizzazione di passepartout ad hoc per un ottimale condizionamento e visione delle albumine con materiali idonei alla conservazione certificati PAT..(Cartone acid free pH 8,5-9,5; con riserva alcalina al 3% di carbonato di calcio, PAT, ISO Standard 18916 e maschera in Mylar)

Sulle cartelle per la conservazione delle albumine sono poi state applicate delle apposite etichette che ci permettono di individuare immediatamente il contenuto, rendendo così più agevole la consultazione.

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Didascalia: Albumina, Grecia, Atene, tempio di Efesto, V sec. a.C.