2020: anno del doppio anniversario.

2020: anno del doppio anniversario!

Il Museo di Archeologia dell’Università di Pavia è allestito dal 1957 in un prezioso contenitore architettonico: la cupola settecentesca dell’antico Ospedale San Matteo. Fu una scelta del Rettore dell’epoca Plinio Fraccaro, appassionato docente di Storia antica, dopo che negli anni Trenta del Novecento il San Matteo si era trasferito nel nuovo Policlinico fuori città.

Oltre a festeggiare i 200 anni della fondazione, il Museo quest’anno celebra anche i 250 anni della costruzione dell’edificio che lo ospita.

La cupola fu costruita infatti a partire dal 1770, innestandola sulla crociera quattrocentesca. L’Ospedale, fondato nel 1449 per volontà del frate domenicano di origini spagnole Domenico di Catalogna, con il supporto delle più ricche famiglie pavesi, riprese in pianta il modello già utilizzato a Firenze e a Siena della croce greca iscritta in un quadrato, andando a formare così quattro cortili.

Il cavalier Francesco Sartirana, docente di diritto dell’Università di Pavia, dal 1765 fu viceministro della Congregazione dell’Ospedale San Matteo e in quegli anni era anche presidente della Deputazione Interinale per la reggenza dell’Università.

Il progetto da lui proposto per il rinnovamento dell’ospedale San Matteo viene approvato dai delegati della Congregazione dell’Ospedale nella seduta del 12 luglio 1770. Il progetto è disegnato da 2 capimastri, Martinelli e Catenaccio, ma l’ideazione è del Sartirana. Il progetto prevede la creazione di una luminosa cupola all’incrocio dei bracci della crociera. All’interno della crociera si trovavano le ampie corsie che ospitavano gli ammalati. Il 12 settembre 1770 si diede inizio ai lavori, dopo tutte le necessarie approvazioni, per “accrescere il lume e la ventilazione” dell’edificio.

Nel 1774 il governo austriaco invia Giuseppe Piermarini a svolgere un sopralluogo sul cantiere dell’Ospedale. Il famoso architetto era in quel periodo presente a Pavia per seguire i lavori di rinnovamento dell’Ateneo. Piermarini approva il progetto, le spese sostenute e la ventilazione e il ricambio dell’aria che la cupola agevolava.

Nell’aprile del 1779 il ministro plenipotenziario e governatore generale della Lombardia austriaca conte Carlo Giuseppe di Firmian, che aveva approvato l’intervento fin dall’inizio, chiede di essere informato sulle opere eseguite presso l’Ospedale San Matteo. Dalla relazione che gli viene fornita risulta compiuta la “Cupola nel centro dello Spedale con ringhiera all’intorno a due ordini”. La cupola infatti è caratterizzata ancora oggi all’interno da una doppia balconata, funzionale all’esigenza di apertura delle finestre, protetta da balaustre lignee in stile barocchetto.