Apollo di Piombino

Mai sentito parlare di reperti archeologici trovati in mare? Sicuramente tutti conoscono i famosissimi bronzi di Riace, avvistati casualmente in mare da un subacqueo, poi recuperati e oggi conservati al Museo archeologico Nazionale di Reggio Calabria.

Un’altra celebre statua trovata in mare è l’Apollo di Piombino. Rappresenta un bellissimo giovane nudo, in piedi, a figura intera, forse si tratta di Apollo, dio della bellezza, dio del sole: mostra un misterioso sorriso e un’accurata acconciatura a riccioli e codino. E’ in bronzo con dettagli in rame (labbra, sopracciglia e capezzoli), alta 115 cm, fu ripescata in mare dove era rimasta per secoli a seguito di un naufragio nel golfo di Baratti, di fronte a Populonia, non lontano da Piombino in Toscana. Ciò accadde nel 1832 e poi la statua fu acquistata nel 1834 dal Museo del Louvre di Parigi che ancora la conserva. La datazione è oggetto di discussione tra gli studiosi: qualcuno la dice greca e la data al V sec. a.C., altri al periodo ellenistico e altri parlano del I a.C., forse realizzata per un raffinato committente romano innamorato dell’arte greca. Qualcuno dice che rappresenti un kouros (ragazzo, in greco) offerente o forse un porta lampada, simile a un’altra statua ritrovata a Pompei con la stessa postura e con la mano destra avanzata come a sorreggere qualcosa.

Di questa statua il Museo di Archeologia dell’Università degli studi di Pavia possiede un calco in gesso acquistato agli inizi del Novecento per motivi di studio: infatti invece di studiare una statua in fotografia è sicuramente più utile esaminare una copia in gesso nella sua dimensione reale e tridimensionale. Un grande opportunità anche per gli studenti e i visitatori dei giorni nostri. Vi aspettiamo a vederla in Museo non appena sarà finita l’emergenza sanitaria!

Nelle fotografie mettiamo a raffronto l’originale in bronzo e il calco in gesso bianco.