La bellezza di un gesto atletico… il discobolo
A causa della pandemia da coronavirus i Giochi Olimpici previsti per l’estate 2020 sono stati rinviati al 2021.
I Giochi Olimpici hanno una storia antica: si celebrarono ogni 4 anni dal 776 a.C. fino al 393 d. C. presso la città di Olimpia in Grecia. Per poter assistere ai giochi e alle cerimonie religiose che li accompagnavano, si sospendevano persino le guerre con una tregua. Fu poi Pierre de Cubertin a riproporli nel 1896 ad Atene.
Lo scultore greco Mirone vissuto nel V sec. a.C., realizzò statue bronzee di atleti vincitori. Il Museo di Archeologia dell’Università degli studi di Pavia possiede 2 calchi i gesso del celebre Discobolo realizzato da Mirone intorno al 455 a.C., forse per la città di Sparta. L’originale in bronzo non si è conservato, ma la statua è nota attraverso copie in marmo di epoca romana, tra le più famose il Discobolo Lancellotti, la più completa e il Discobolo di Castelporziano, mancante della testa, entrambe conservate al Museo Nazionale Romano di Palazzo Massimo a Roma.
L’atleta è ritratto nel momento della massima torsione dinamica, un attimo prima del lancio del disco.
Il calco in gesso della copia romana Lancillotti è stata tinta con una vernice verde-nera in modo da suggerire il colore del bronzo scurito dalla patina dell’antichità. I calchi della Gipsoteca del Museo infatti sono stati tutti acquistati per scopi didattici tra la fine dell’Ottocento e gli inizi del Novecento.
Il gesto atletico immortalato da Mirone nell’antichità tornerà a vivere con le prossime Olimpiadi!
Nelle foto i calchi in gesso del Museo di Archeologia dell’Università di Pavia e il Discobolo Lancellotti e il Discobolo di Castelporziano.